MTB

La biomeccanica per la mountain bike

Tutte le fasi del bike fitting per la mtb

A quanti operatori è capitato, a posizionamento avvenuto, di ricevere dal proprio cliente ciclista un’informazione molto importante che avrebbe cambiato il ragionamento e il modo di affrontare l’intera valutazione della biomeccanica?

E’ importante iniziare da un colloquio conoscitivo, da una attenta anamnesi dei requisiti tecnici e fisici dell’atleta, contemplando la tipologia di attività e dei tracciati percorsi, analizzando la sua postura e le eventuali problematiche non risolvibili con la sola “messa in sella” ma con trattamenti fisioterapici, osteopatici e/o con percorsi posturali di ambito sanitario o preventivo, il tutto seguito da una valutazione tecnica del mezzo.

Attraverso queste fasi si possono identificare le soluzioni ideali con uno studio della biomeccanica sulla propria mountain bike.

biomeccanica

I punti di appoggio, le loro regolazioni e le fasi del bike fitting

Possiamo suddividere una valutazione biomeccanica della pedalata in varie fasi, che corrispondono principalmente con le regolazioni dei punti di contatto tra ciclista e mezzo: tacchette delle scarpe, sella, manubrio (e attacco manubrio). Vediamoli nel dettaglio.

Regolazione delle tacchette

Il primo punto di contatto tra corpo e bici è rappresentato dal pedale con la tacchetta della scarpa. Si rileva la lunghezza del piede effettiva, si valutano eventuali disfunzioni (piede piatto o piede cavo, ad esempio), si identificano primo e quinto metatarso e si posiziona la tacchetta nel punto centrale della diagonale che unisce i due metatarsi prendendo il calcagno con riferimento per eventuali riposizionamenti.

biomeccanica

 

Come regola generale, la tacchetta andrebbe posizionata al centro della suola della scarpa, ma si trovano in commercio sostanzialmente due tipologie di calzature che prevedono due progetti diversi identificati per le tante discipline. Le più diffuse, di contaminazione stradistica, sono le classiche scarpe rigide utilizzate nel cross-country e nelle Marathon, discipline dove il modello prestativo richiede predominanza delle fasi pedalate e sono progettate per ospitare la tacchetta al centro della suola. La seconda tipologia, invece, è realizzata appositamente per le discipline Gravity, e sono studiate per ospitare il posizionamento delle tacchette più internamente nella suola, con un fattore Q allargato e permettendo quindi di allargare anche la base di appoggio.

In passato, quando non esistevano differenze sostanziali nelle calzature per il fuoristrada si tendeva a lateralizzare la posizione della tacchetta. Con questo metodo, però, la percezione era quella di un carico podalico non equilibrato, non essendo, di fatto, le scarpe progettate per una soluzione di quel tipo.

Capita spesso di trovare soggetti con piccole differenze di lunghezza tra piede dx e piede sx (nell’ordine dei 4-5 mm) e capita altrettanto di frequente di MTB

notare le tacchette posizionate in maniera differente, una più avanzata e una più arretrata, per assecondare queste differenze, senza però pensare che la modifica apportata per il piede possa causare uno squilibrio torsionale, ad esempio a livello della cerniera sacro-iliaca, spesso causa di problematiche ben più importanti. In egual misura, sarebbero da evitare tutte le procedure di aggiunta di spessori e/o rialzi per compensare ipotetiche dismetrie degli arti inferiori, molto spesso confuse con piccole rotazioni del bacino. Consapevoli di questo, meglio lasciare agli esperti sanitari questo tipo di decisioni.

Essendo la caviglia sottoposta a grandi sollecitazioni nella pratica della MTB si tende a prediligere un posizionamento più arretrato della tacchetta, per cercare di ridurre l’effetto leva e salvaguardare maggiormente la catena muscolare posteriore e le strutture tendinee e legamentose. L’angolo di flessione plantare durante la pedalata dovrebbe essere compreso tra i 15° e i 30°.

Regolazione della sella

Il secondo punto di appoggio tra atleta e mezzo meccanico è rappresentato dalla sella. Per l’analisi e lo studio della sella si tengono conto di tre aspetti: altezza, arretramento e inclinazione. Questi tre fattori, quando non sono corretti, possono predisporre infortuni o provocare stati infiammatori.

Arretramento, avanzamento e altezza sella

Due di questi parametri devono obbligatoriamente viaggiare di pari passo: abbassando o alzando la sella, si modificherà inevitabilmente anche l’arretramento e l’avanzamento, essendo il tubo del piantone inclinato posteriormente. Questo concetto è molto sottovalutato ma in realtà acquisisce notevole importanza, in termini di biomeccanica.

Il metodo più utilizzato, ancora oggi, è il metodo K.O.P.S. , ovvero Knee Over Pedal Spindle. Questo metodo prevede di posizionare l’atleta, attraversobiomeccanica

le regolazioni della sella, in modo che la proiezione verticale del ginocchio si trovi esattamente sul perno del pedale. Alcuni studi dimostrano come questa posizione riduca le forze di compressione e di taglio a carico del ginocchio, altri invece suggeriscono che posizioni di sella molto avanzate non comportino incrementi di forze di compressione femoro-rotulee. Alcuni tecnici hanno mostrato che una posizione più arretrata della sella rispetto alla preferita permette di esprimere il maggior indice di efficacia, mentre altri affermano che posizionare la sella anteriormente potrebbe comportare una riduzione dell’attività di picco del bicipite femorale. Non c’è ancora molta chiarezza, insomma.

L’avanzamento e l’arretramento della sella comportano modifiche degli angoli di lavoro, reclutamento muscolare e tecnica di pedalata diversificati tra loro.

Scegliere diverse altezze di sella, con relative variazioni dell’angolo di estensione del ginocchio, comportano differenze in termini di lavoro muscolare. Un angolo di 25° sembra favorire la maggiore efficienza meccanica e sembra aiuti a diminuire il consumo di ossigeno a parità di carico.

Quindi, il consiglio è quello di trovare il giusto compromesso di altezza e arretramento che permetta di trovare un punto di partenza equilibrato.

Se l’esigenza specifica del cliente è rivolta soprattutto alla performance in salita, la modifica di arretramento e altezza sella saranno da associare sempre alla riproduzione del corretto angolo finale del ginocchio in fase di spinta. Durante il bike fit si cercherà il miglior compromesso che permetta di mantenere una posizione di comfort durante la maggior parte della durata delle uscite e delle gare, tale da ridurre al minimo gli spostamenti dell’atleta alla ricerca della miglior linea di spinta verticale sul pedale.

Inclinazione della sella

Ultimo fattore legato alla regolazione della sella è l’inclinazione.

mountain bike

La pressione perineale determina sicuramente la causa principale nella scelta della regolazione dell’inclinazione. Le differenze significative riguardo la distribuzione del carico è sicuramente data dalla conformazione della sella, infatti le selle di più recente generazione pongono il comfort al centro dei loro obiettivi costruttivi. Il grande foro centrale che ci stiamo abituando a vedere ha un ruolo preponderante sull’appoggio perineale, riducendo drasticamente il dolore percepito. Oltre a questo, l’inclinazione della sella è da ricercare in altri aspetti. Per esempio, una forte tensione alla muscolatura posteriore della coscia potrebbe limitare il movimento del bacino, limiti che si possono valutare tramite appositi test.

L’inclinazione della sella assume un ruolo fondamentale sul posizionamento del bacino, in particolar modo sulla sua antiversione, che si ottiene inclinando di pochi gradi negativamente (punta rivolta verso il basso) la sella, per ridurre in maniera più incisiva il sovraccarico a livello lombare, causa di dolore in molti soggetti.

Regolazione del manubrio

Il manubrio è componente spesso sottovalutato nella guida e nel settaggio del mezzo. La scelta del manubrio MTB ha subito per diversi anni la contaminazione dei manubri da strada, ottenendo però spesso delle misure del tutto inadeguate. Oltre alla larghezza esistono anche altri parametri, come rise, backsweep e inclinazione del manubrio stesso, oltre alle leve freno, che se scelti adeguatamente evitano sovraccarichi ai polsi e alle spalle, soprattutto.

mountain bike

Una buona regola per scegliere la corretta misura potrebbe essere quella di misurare la larghezza della spalle unita alla lunghezza dell’omero.

a chi rivolgersi?

L’obiettivo di un buon bike fitting dedicato alla MTB e a tutte le specialità del fuoristrada è quello di trovare il giusto adattamento sul mezzo, tenendo conto sia della prestazione nelle fasi più impegnative come le salite, sia della maneggevolezza durante le fasi più guidate, sia della comodità e sostenibilità del settaggio del corpo sulla bici.

La biomeccanica è un processo di adattamento al proprio mezzo che deve tenere in considerazione una moltitudine di fattori. Gli obiettivi e le esigenze del ciclista devono essere il fattore predominante ai fini della ricerca della massima funzionalità della pedalata.

Rivolgetevi ad un professionista che conosca bene le specialità, che abbia esperienza nel campo e che sappia comprendere i diversi obiettivi di ogni singolo cliente.

biomeccanica

 

Articoli simili

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *